E tutto diventa all'improvviso rosso...



"Se riusciremo a immedesimarci nei giudizi che delle varie cose danno i nostri oppositori, saremo in grado di rendere a questi piena giustizia."

La vita non è facile, oggi. Ti portano le auto da riparare, pezzi da sostiuire, motori da revisionare. E poi c'è la frustrazione di un lavoro duro, difficile, che ti fa sopravvivere a stento, a costo di grandi sacrifici. E poi c'è l'insicurezza, il senso di precarietà, l'errore che potresti fare ad ogni minuto, che ti potrebbe far perdere il lavoro, la tua bella moglie. E poi arriva quell'uomo, quel tizio lì, quell'anziano galante che fa in complimenti a tua molgie, che vuole portartela via. Devi proteggere ciò che è tuo, ciò che è solo tuo, e solo il sangue e l'istinto, e la chiave inglese che si abbatte sulla testa può riaffermare il tuo possesso. E tutto diventa all'improvviso rosso.

Tra te e l'altra parte della strada ci sono 6 corsie. L'efficienza, la velocità della strada che corre sotto le ruote delle automobili. Tra te e la scena che stai osservando, un gruppo di persone che litigano (tifosi?) ci sono 6 corsie, con le auto che sfrecciano veloci, dirette verso la loro meta, qualunque essa sia. E la società, oggi, ti insegna solo questo: osservare, intervenire il prima possibile, con efficienza, perché anche un solo criminale in libertà è un errore, un tuo errore che la società potrebbe farti pagare caro. E tu hai solo questo lavoro. Un lavoro che ti serve, perché hai una famiglia, che è lontana, che vedi solo nelle feste, quando va bene, e non vuoi buttare tutto all'aria solo perché sei stato negligente. E hai paura, come tutti, paura di sbagliare. E mentre pensi a tutto questo, i criminali stanno scappando. Scappano via e non puoi lasciarli andare, perché il tuo lavoro dipende dal tuo rapporto di fine giornata. Hai pochi secondi per decidere. Così, nel momento dello sparo, non hai altro modo per fermarti a pensare, pensare ad una pallottola che deve attraversare in volo 6 corsie di auto che sfrecciano veloci verso la loro meta, non ti concedi il tempo di pensare, pensare che forse la scena era troppo lontana, che forse non facevano nulla di male, non ti concedi il tempo per pensare perché non puoi sbagliare: non te lo perdonerebbero. E la pistola fuma. E tutto diventa all'improvviso rosso.

Hanno ucciso uno dei tuoi. Uno del tuo gruppo. Uno del tuo branco. Così dicono. Ed è stato il nemico giurato, il nemico di sempre, il nemico che vorresti vedere sottoterra. Ed hai la rabbia in corpo, per quello che pensi un sopruso. La rabbia di una settimana tra carte, scartoffie, lavori che non trovi o non vuoi fare. E così alle riunioni del branco il tizio che ti parla di libertà, ingiustizia, soprusi, deve per forza avere ragione. Ha sicuramente ragione il tizio che ti racconta di come tu, e solo tu, e con te i tuoi compagni, sei libero, sei l'unico modo per liberare la società. Sei l'unica persona, e con te il tuo branco, che può liberare la società dal nemico. E sai, sai perfettamente che solo con il ferro, il fuoco, il sangue si possono perseguire gli obiettivi di libertà e giustizia. E alla fine, sulle macerie che ti lascerai dietro, nascerà il nuovo mondo, in cui tutti saranno liberi, liberi di urlare, distruggere, esprimere la rabbia repressa, a patto di far parte del tuo branco, a patto di pensarla come te. E le teste si frantumano. Ed il fuoco avvolge la città. E tutto diventa all'improvviso rosso.

E siamo bravi, noi, nelle nostre case, nelle nostre poltrone, a lamentarci quando i condannati escono, i ladri rubano, gli assassini uccidono, e siamo bravi a chiedere teste a destra e a manca, e siamo bravi a lasciare da soli gli amici, i conoscenti, coloro che vediamo ogni mattina al lavoro, pensando che la libertà è difendersi ad ogni costo e farsi i fatti propri. Però non è libero l'uomo che per affermare la sua libertà usa violenza su un suo simile. Non è libera la società che alla violenza chiede altra violenza.

"... sono certo che la non-violenza è infinitamente superiore alla violenza, che il perdono è cosa più virile della punizione."

P.S.: Le parti in corsivo sono citazioni da Gandhi.