Dopo Napoli, Cosenza?


E' quello che si staranno chiedendo i cittadini e i politici del capoluogo: in questi giorni di crisi finanziaria del consorzio privato Vallecrati, durante i quali la colpa è stata data ora alla società di raccolta dei rifiuti ora al comune, i cassonetti di gran parte dei quartieri di Cosenza sono straripanti di rifiuti (la foto che correda il post è stata scattata sabato, verso le 14:00), mentre altre zone come via Popilia (per motivi logistici) e Rende (grazie agli accordi presi dal comune sia con Vallecrati sia con Calabriamaceri) sono pressocché pulite.
Sicuramente, visti anche i problemi avuti dalla città di Crotone all'inizio di Ottobre, la situazione tra mezzi di Vallecrati non disponibili, chiusura di discariche, cattiva gestione politica dell'emergenza rifiuti (è questo è il minimo, almeno fino alla conclusione dell'inchiesta su monnezzopoli) è difficile e complicata. Ricordiamo ai nostri lettori che uno dei nostri primi post, datato 5 Ottobre 2008, era dedicato proprio alla spazzatura, e in particolare alla discarica di Lungro: in Ma che... stiamo scherzando? e in Discarica/1 e 2 (Un cumulo di menzogne) si sottolineavano i tentativi di aprire una nuova e insicura discarica nel paese cosentino. Il rischio è sicuramente quello di vedere, in posti sperduti, con la fretta già usata per risolvere/non risolvere il problema napoletano (come hanno confermato Marco Gelardi a Milano durante la presentazione dello spettacolo teatrale Gomorra), l'apertura di dicariche vicine a luoghi abitati o a zone protette.
Nel frattempo la Provincia di Cosenza co-finanzia insieme al comune di Castrovillari la costruzione di un impianto a biogas, annunciato ad agosto e si spera operativo a marzo/aprile dell'anno prossimo. A conclusione di tutto il sindaco di Castrovillari Orlandino Greco ha detto:
A Castrolibero, attraverso l'incentivazione della raccolta differenziata e l'ampliamento della discarica comunale, abbiamo creato condizioni affinché si realizzasse quello che tra qualche tempo diventerà realtà. Oggi vediamo i frutti del nostro lavoro e della nostra volontà di metterci in gioco rispetto ad una questione strategica fondamentale.

Nella speranza che il progetto vada in porto e che, soprattutto, venga gestito in maniera corretta e trasparente (e già questo sarebbe un successo in Calabria), forse potrebbe essere questa la strada da intraprendere per non creare un nuovo caso eclatante come quello di Napoli e portare la nostra regione, e perché no l'Italia, verso una indipendenza energetica e... monnezzara!