Umanità Nova nn. 9, 10, 11 2010

Recuperiamo i numeri saltati di Umanità Nova segnalandovi gli archivi corrispondenti e uno o due degli articoli più significativi, questo per il semplice motivo che molti di essi, pur presentando al lettore spunti di riflessione interessanti, sono effettivamente vecchi e poco attuali. Iniziamo:
  • n.9 del 13 marzo 2010:
    • Grecia: fine o inizio della storia?: Scioperi, occupazioni e scontri all’annuncio della manovra di lacrime e sangue.
      Quando nel dicembre 2008 in Grecia scoppiò la rivolta, dopo un primo momento di stupore, alcuni commentatori scrissero che il paese ellenico stava vivendo il suo '68. Il paragone era forse fuori luogo ma, si sa, gli anniversari - soprattutto se a cifra tonda - e i precedenti storici vengono spesso usati per interpretare fatti e avvenimenti.
    • Cartellino rosso: espulso!. Nuovo attacco allo Statuto dei lavoratori
      Come è prassi per l'attuale compagine governativa, quando vi è la necessità di far passare leggi e leggine "impopolari", lo strumento è sempre lo stesso: un maxi DdL con all'interno di tutto e di più di difficile comprensione soprattutto per il povero "popolo bue". In periodo di crisi economica, e pensando probabilmente che essa sia di carattere congiunturale e non strutturale, padronato e governo, con il solito tacito assenso dei sindacati di stato confederali, hanno pensato bene di mettere le mani avanti per disciplinare, a loro vantaggio, il mondo del lavoro in previsione di un’eventuale ripresa che significhi maggiori guadagni e profitti per le imprese e maggiori condizioni di sfruttamento e minori diritti per il lavoratore salariato.
      È in questa logica che va interpretato il cosiddetto "Collegato Lavoro alla Legge Finanziaria 2010" ossia un'ulteriore picconata allo Statuto dei Lavoratori, ed in particolare al "famoso" articolo 18, da attuarsi attraverso una nuova possibilità di contrattazione collettiva.
    • Galere sulla terra, galere sul mare: Nuovi modelli carcerari
      Ormai quella che sembrava l'anteprima di un allucinato film d'ambientazione carceraria è una realtà in via di realizzazione: il 26 febbraio, a Trieste, in occasione del congresso del sindacato dei direttori dei penitenziari italiani, la Fincantieri ha presentato il progetto di costruzione di navi-carcere commissionato dal ministero della Giustizia. Tale progetto, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, prevede la realizzazione di mega-chiatte ormeggiate; ognuna di queste disporrà di 320 celle biposto di 16 mq in cui sistemare 640 detenuti.
      Queste galere galleggianti erano già previste nel piano per le carceri presentato nel maggio scorso al ministro Alfano da Franco Ionta, direttore del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), come rimedio per allentare la situazione carceraria in Italia dove 66.000 detenuti sono costretti a vivere in strutture in grado di ospitarne 42.000.
  • n.10 del 20 marzo 2010
    • I cittadini domandano: L'Aquila e il post-terremoto
      Ci eravamo in precedenza permessi di rivolgere due domande all’attuale primo cittadino di L'Aquila relativamente al veloce iter che ha portato, nell’immediato post-sisma, alla individuazione dei siti dove sono poi sorte le famose «new town» che, ormai possiamo dirlo, hanno trasfigurato l'aspetto del capoluogo di Regione.
      Questo perché tale procedura - che certo costituirà l'oggetto, tra qualche anno, di tesi di laurea e convegni (o di commissioni d'inchiesta) - non sarà, nel futuro, scevra da conseguenze ed implicazioni sulla auspicabile ripresa della città. Tali domande sono rimaste senza risposta. Come esposto nelle precedenti domande di cui sopra, la decisione sui siti spettava al Commissario Delegato, che ha provveduto, con il decreto 11 maggio 2009 (n. 6), ad individuare le aree destinate alla «realizzazione dei moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione nonché delle connesse opere di urbanizzazione e servizi», procedendo contestualmente alla dichiarazione di pubblica utilità (a cascata: variante di PRG, ecc.).
    • L'Aquila: chi sono i ricostruttori?
  • n.11 del 28 marzo 2010
    • Da emigranti a ribelli: Oscar Greco, Da emigranti a ribelli. Storie di anarchici calabresi in Argentina, p. 247, € 15, Klipper, 2009
      "Non avere paura amico, qui ti stiamo aspettando, nessuno saprà chi sei e da dove vieni, ma ti aspettiamo, arriverai al porto con la tua valigia..." Questo pensiero, di uno scrittore spagnolo, era molto diffuso negli ambienti dell'emigrazione italiana in Argentina. In queste poche parole sono racchiusi tutti i valori che oggi stentano ad affermarsi anche nel nostro Paese: l'accoglienza, la solidarietà, l'alterità. Sono molte le pubblicazioni che, da diverse angolazioni, hanno analizzato il fenomeno migratorio degli italiani verso gli Stati Uniti e il sud America. Nel 2009 è uscito, per i tipi della editrice cosentina, Klipper, Da emigranti a ribelli. Storie di Anarchici calabresi in Argentina, un libro di Oscar Greco.